COMUNICATO STAMPA
Il caso Tortora: se ne discuterà a Gravina
Venerdì la proiezione del docufilm di Ambrogio Crespi
A seguire, dibattito sullo stato di salute della giustizia italiana
Enzo Tortora, una ferita italiana. Non solo il titolo di un film documentario, ma anche l’oggetto di una riflessione che da oltre un trentennio scuote l’Italia e che venerdì 20 maggio sarà sviluppata a Gravina in Puglia, nell’ambito di una manifestazione promossa dal Comune, attraverso l’assessorato alle politiche dell’innovazione, guidato da Sergio Varvara.
Appuntamento alle Officine Culturali, alle 19.30. Ad aprire la serata, la proiezione del docufilm girato nel 2013 da Ambrogio Crespi, che sarà personalmente presente in città per offrire il proprio punto di vista su quanto raccontato attraverso la cinepresa. Quasi sessanta minuti di immagini che producono indignazione, sconforto, commozione, con l’obiettivo di ricostruire, informare e consentire allo spettatore di formarsi un’opinione sul calvario al quale fu sottoposto il noto presentatore televisivo. La storia: il 17 giugno 1983 Enzo Tortora viene arrestato alle quattro di mattina all’Hotel Plaza di Roma. Il conduttore sarebbe un camorrista e uno spacciatore. Le accuse, mosse dalla Procura di Napoli, sono basate sulle dichiarazioni di pentiti come Giovanni Pandico, Giovanni Melluso e Pasquale Barra. Al centro c’è un’agendina trovata nell’abitazione di un criminale in cui sembra leggersi il nome «Tortora» accanto a un numero telefonico. La realtà è ben diversa, ma non conta: Tortora passa 7 mesi in carcere e 5 ai domiciliari, in attesa di processo. Nel 1984 è eletto parlamentare europeo nel Partito radicale. Nel 1985 è condannato a 10 anni di reclusione. Si dimette dal Parlamento europeo. Torna ai domiciliari. Nel settembre 1986 la Corte d’Appello di Napoli smonta il processo di primo grado e cancella la condanna. Nel 1988, gravemente malato, Tortora dà mandato ai suoi legali di richiedere il risarcimento dallo Stato. È l’ultima sua battaglia prima della morte, che arriva il 18 maggio 1988. «Una vicenda assurda, che deve fungere da monito e diventare memoria indelebile», dice il primo cittadino gravinese Alesio Valente, sottolineando che «l’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale punta a favorire una riflessione serena, schietta, necessaria, sul sistema giudiziario italiano, sulle sue storture, sulla necessità di una riforma complessiva». Temi e questioni delle quali, insieme al sindaco, discuteranno l’europarlamentare Raffaele Fitto; il tesoriere dei Radicali, Valerio Federico; il deputato Danilo Leva, membro della Commissione Giustizia della Camera; l’avvocato Egidio Sarno, componente della giunta dell’Unione Camere Penali Italiane. I lavori saranno coordinati dal giornalista Angelo Rossano, caporedattore del Corriere del Mezzogiorno.
Gravina in Puglia, 18 maggio 2016
Ufficio Stampa
Comune di Gravina in Puglia